2022 2 febbraio

La storia di DAPHNE raccontata da Enrico ROSATI

La storia di DAPHNE raccontata da Enrico ROSATI

Daphne nasce nei cantieri Dufour di La Rochelle nel 1974 quando ormai era già storia consolidata ed accettata il nuovo geniale design nautico (1967) rappresentato dallaumento di larghezza al baglio massimo con effetto raddrizzante e di aumento delle linee al galleggiamento, la chiglia a siluro, la fabbricazione in fiberglass, il grande timone su skeg. Che larchitetto Renzo Piano abbia voluto disegnare gli interni unisce sapore artistico al disegno ingegneristico ed alle capacità tecnologiche.
Per le piccole migliorie apportate Daphne è un Arpège di seconda generazione (1970); trasto spostato in avanti per il confort in pozzetto, lande interne alla falchetta per stringere meglio il vento. Come molte sorelle, pesca 135 cm mentre esistono anche versioni più efficienti con un pescaggio maggiorato a 160 cm. Pesa soltanto 3300 Kg, ha un spesso fiberglass, ha un controstampo. Deriva a siluro di 1200 kg.
In tutto ne vennero approntate 1600 unità dal 1964 al 1975. Lo scafo più prodotto al mondo, blasonato da vittorie in campo mondiale; ne cito una per tutte, La Transpacifique del 1969, dove lo spaziale Pen Duick V in alluminio di Tabarly vinse ingaggiato dall Arpège di Terlain giunto secondo assoluto con lo scafo più piccolo di tutta la flotta.
Daphne, nel 1974, con il N° di serie 1029, usciva dai cantieri francesi di La Rochelle in Vandea, trasportata allElba e varata con il nome di Désirée con altri 2 esemplari identici, Napoleon e Josephine a beneficio della scuola di vela tedesca Seghel Club della famiglia Stich di Magazzini a Portoferraio.
Nel 1984 il sig. Stich cedette la scuola e le 3 barche al Sig. Renner ma volle mantenere il diritto a quei 3 nomi così napoleonici: infatti Désirée, prima di divenire regina di Svezia, fu per breve tempo amante dellimperatore, mentre Josephine fu la sua amata moglie. - Christian Renner dovette ribattezzarla “Daphne”-.
13 anni dopo, Daphne, non resistendo al vento, disalberò riportando danni in coperta e alla murata di sinistra.
Questo fu motivo per un nuovo passaggio di proprietà: così, Daphne, divenne la compagna di un velista elbano, Roberto Muntoni, che la riportò in perfetta forma nellarco di un anno.
Nel 2017 nuovo passaggio di proprietà a favore dellattuale armatore, Enrico Rosati, che dette lavvio a importanti lavori di manutenzione e conservazione da lui eseguiti con laiuto di Bart e Ben Beuken e Federico Buoncristiani: sostituzione del vecchio 18 con un Volvo Penta 30, trattamento epossidico dello scafo, consolidamento della tuga, completa riverniciatura sia dellopera viva sia dellopera morta.
Più tardi, nuova vela di prua e suo attrezzamento con un bel rolla-fiocco (Lele Lami).
Attualmente la barca è a Portoferraio dove attende ulteriori e infinite faticose migliorie.
Pochi giorni fa lucidando lelica è riemerso il nome originale della imbarcazione.